Cap.2 – QUESTA È LA GUERRA, SIGNORI

QUESTA È LA GUERRA, SIGNORI

Cap. 2 

Primo comandamento di tutti gli eserciti:

“Tu non avrai altra ragione all’infuori della ragione (impazzita) di colui che ti manda.

I soldati devono solo uccidere ed essere uccisi.

David Maria Turoldo

Questa è la guerra, signori, che ora è il dolore della nostra Italia ma che è la quotidiana tragedia di gran parte dell’umanità.

Ora siamo noi a piangere perché a morire sono stati i nostri figli ma questa è la guerra, signori. I soldati fanno questo di mestiere: uccidere ed essere uccisi.

Il dramma è l’ipocrisia degli uomini di Stato che prima li mandano ad uccidere e ad essere uccisi e, poi ostentano un dolore attonito ed ufficiale, che non ha nessuna forza morale su di noi che conosciamo i meccanismi di questa, e di tutte le altre guerre.

Questa è la guerra, signori, che obbedisce solo alla ragione (impazzita) di colui che ti manda. Sono i mandanti i responsabili di questi morti, così come lo sono di tutti gli altri morti senza onori. Delle migliaia di morti civili che nessuno aveva mandato, senza patrie e senza politici e presentatori televisivi ad ostentare dolori ufficiali.

Il valore aggiunto di essere italiani (o americani) non toglie alla morte la sua tragicità e il suo carico di dolore. Le madri, i figli, le fidanzate… non hanno patria, non hanno nazionalità. Soffrono tutte allo stesso modo, indicibilmente allo stesso modo, anche le madri, i figli, le fidanzate dei nemici.

Questa è la guerra, signori, che sovverte i comandamenti della vita, che tutto distrugge davanti a sé, che non sopporta eccezioni umanitarie.

Perché tutti i soldati sono uguali e tutti i soldati per le proprie patrie sono i migliori ma tutti uccidono e sono uccisi. E tutti sono uomini ingannati dalle bandiere, dalle ideologie e dal fanatismo, o dalle necessità economiche che li convincono a buttare la vita per qualche migliaio di dollari al mese.

 

Questa è la guerra, signori. Ma non raccontate ai nostri ragazzi che questo è un bel morire, che questa è la patria, che questo è un ideale. Il petrolio, il posto al sole, i sacri confini, la guerra al terrorismo non sono ideali. Sono sempre e solo pretesti dei furbi governanti di questo mondo per convincere tanti piccoli uomini a morire per loro.

Sì, è triste e drammatico dirlo, ma questi poveri ragazzi non sono morti per nessuna patria che non siano le menzogne di qualche petroliere americano e le ambizioni di qualche piccolo politico italiano.

Questa è la guerra, signori. E se anche l’ipocrisia del teatrino della politica italiana ha stabilito che ora è il momento del dolore, è un dovere civile gridare l’assurdità di questo dolore e del dolore degli altri, dei troppi, dimenticati… e rifiutarsi di ingrossare le fila delle retoriche e vuote liturgie patriottiche che da sempre preparano altre guerre ed altri morti.

Questa è la guerra, signori…,

e noi ci rifiutiamo di servire queste meschine patrie mercantili.

Deus non vult! (Dio non vuole).

E poi, fra le fanfare, innalzare monumenti Ai Caduti! “Così felici di essere caduti!”.

Ma provate a fissare quei corpi squarciati, a fissare la loro smorfia ultima sulle facce frantumate, e quegli occhi che vi guardano.

Provate a udire nella notte l’infinito e silenzioso urlo degli ossari: Uccideteci ancora e sia finita!

David Maria Turoldo

Gianfranco Formenton (parroco di S. Angelo in Mercole e S. Martino in Frignano, Spoleto)

www.adistaonline.it/index.php?op=articolo&id=21115

Lettere Fuorisacco, in: www.adistaonline.it
Adista Notizie – N. 33 – 6 Maggio 2006

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