– 1° parte –
Pilato, processo a Gesù.
Pilato non riusciva a trovare una via d’uscita a quella situazione che doveva fronteggiare su due fronti.
Un fronte era composto dalla folla dei Giudei, capeggiati da Anna e Caifa, riuniti sulla spianata fuori dal Pretorio. Nessuno di loro voleva entrare perché non volevano contaminarsi.
All’interno, invece, nel salone delle udienze, vi era l’altro fronte composto da alcuni anziani del popolo e da una folla di accompagnatori. Non tutti erano d’accordo con i sacerdoti. Al centro del salone il prigioniero in piedi.
Mentre Pilato sedeva sul suo scranno pensieroso sul da farsi, si presentò davanti a lui Nicodemo, un anziano Giudeo, conosciuto da tutti. Nicodemo chiese il permesso di parlare: “Salute a te governatore. Ti chiedo di lasciarmi dire alcune parole su questa questione”.
Nicodemo chiede di parlare.
Pilato si mostrò sorpreso, ad ogni modo accordò a Nicodemo il permesso di parlare. Nicodemo allora, prendendo la parola, disse: “Abbiamo lungamente discusso riguardo a quest’uomo nella Sinagoga fra noi Anziani, con i Sacerdoti, e alla presenza di tutta l’assemblea del Sinedrio. Io chiesi loro: Quali accuse muovete contro quest’uomo per volerne la morte?
Egli ha percorso le strade delle nostre città operando molti miracoli. Le gesta dei suoi prodigi hanno varcato i confini della nazione. Nessuno dei nostri padri, e nessuno dei nostri figli, ha mai fatto quello che ha fatto lui e mai lo farà.
Lasciamolo andare per la sua strada, dissi io, e non decidiamo alcunché a suo riguardo per non far ricadere su di noi il suo sangue. Se quello che fa viene da Dio, rimarrà, e noi non avremo assunto debiti con il Padre; se invece i suoi “prodigi” sono frutto di inganno di uomini, penserà il tempo a distruggerli.
I prodigi che Mosè fece davanti al Faraone, rimasero perché venivano da Dio. Lui lo aveva mandato davanti al Re d’Egitto e gli aveva detto quali segni doveva operare. Il Faraone antepose ai prodigi di Mose quello dei suoi sacerdoti.
Essi operarono una moltitudine di magie prodigiose, molte di più dei segni di Mosè, e il popolo d’Egitto, vedendo quelle meraviglie, li consideravano dei. Ma i segni che operavano non venivano da Dio, e tutti loro rimasero vittime delle loro stesse magie.
Ecco, ora, davanti a questa assemblea io dico: Lasciamo libero quest’uomo! Non ha fatto nulla per essere condannato a morte da noi. Lasciamo che sia Dio a giudicarlo”.
Ostilità dei Giudei.
I Giudei, che erano dentro al Pretorio, a quelle parole, scesero subito in tumulto e dissero con rabbia a Nicodemo: “Anche tu dunque sei diventato suo discepolo per parlare in sua difesa?”
Rispose con fermezza Nicodemo: “Allora voi pensate che anche il governatore si è fatto suo discepolo, perché afferma che non vede colpa in lui? Eppure noi sappiamo che è stato Cesare a porlo su quello scranno!”
Non si placava la rabbia dei Giudei contro Nicodemo. Allora Pilato intervenne nella discussione e disse loro: “Perché mormorate contro di lui minacce e insulti, non ha forse detto la verità?”.
I capi religiosi dissero rivolti a Nicodemo: “Che si prenda la sua verità, e anche il premio che gli è dovuto”. Nicodemo, con profonda delusione, vedendo la durezza dei loro cuori e la chiusura della loro mente si ritirò in disparte dicendo:
“E sia, che succeda come avete detto voi”.
Nel Pretorio, nel frattempo, era aumentata di numero la folla presente nel grande salone delle udienze. In molti avevano capito che quella battaglia si svolgeva su due fronti e molti di coloro che temevano i Giudei o non volevano prendere parte con loro nelle accuse, se volevano partecipare dovevano per forza entrare al cospetto del governatore.
Testimonianze a favore di Gesù.
Ritiratosi Nicodemo si fece avanti un uomo e chiese la parola. Il governatore gli rispose: “Se hai una testimonianza da raccontare, avanti parla”.
Il Giudeo disse: “Per tutta la mia vita sono stato tormentato da dei dolori e giacevo in un letto immobilizzato. Quando venne Gesù nella nostra città, egli guarì molti ammalati e scacciò demoni da chi ne era posseduto.
Molti furono da lui curati. Alcuni amici miei mi portarono al suo cospetto perché avevano compassione di me e speravano che lui potesse guarirmi.
Gesù, prima guardò me e poi i miei amici e si commosse, poi disse queste parole: Amico, alzati, prendi il tuo letto e torna a casa! E io da quel giorno camminai guarito dalla mia malattia”.
Allora i Giudei dissero a Pilato: “Chiedigli in quale giorno è stato guarito”. L’uomo disse: “Di sabato”. Allora trionfanti i Giudei affermarono: “Noi avevamo già da tempo affermato che costui è un peccatore e che infrange la nostra Legge. Egli cura gli ammalati di sabato quando è proibito!”.
Molti dei guariti da Gesù presero coraggio e si fecero avanti per portare la loro testimonianza: “Io ero cieco fin dalla nascita. Mentre lui passava sulla via, invocai a gran voce la sua pietà, allora mi mise le mani sugli occhi e riacquistai la vista”.
Un altro disse: “ Io ero storpio, e lui mi ha risanato”. Un altro ancora: “Io ero un lebbroso, ed egli mi ha guarito”. Poi una donna disse: “Avevo un flusso di sangue e mi è bastato toccargli il mantello per guarire da una malattia che mi perseguitava da dodici anni”.
La rabbia dei Giudei.
I Giudei con clamore e rabbia sovrastando le voci dei testimoni dissero: “La nostra Legge dice che le donne non possono testimoniare ai processi”. Si levarono alte le proteste per queste testimonianze da parte della folla che era a favore di Gesù e alcuni gridarono a gran voce: “Governatore, quest’uomo è un profeta!”
Pilato con l’aiuto dei soldati ridusse alla calma i più scalmanati, poi, ottenuto il silenzio, chiese a chi aveva appena parlato: “Dimmi uomo, perché allora i vostri capi lo vogliono uccidere invece di essere seguaci della sua dottrina?”
Rispose l’uomo: “Nessuno di noi lo sa”. Dalla folla arrivarono anche altre testimonianze fra le urla e gli scherni dei Giudei. Pilato si alzò dallo scranno e rivolto ai Giudei che erano dentro al Pretorio disse: “Non capisco il motivo di tanto accanimento contro un innocente!”
Poi vedendo che con quei Giudei era impossibile ragionare si allontanò da loro e uscì sulla piazza.
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