Il Vangelo della Domenica
Prima di iniziare questo nostro incontro, che mi auguro diventi un appuntamento nel futuro, è necessario che io faccia una premessa. Innanzi tutto chi sono io. Sono una persona che da tutta la vita, ma senza un particolare affanno, cerca di dare risposte a domande come: “Il perché della vita, esiste Dio, com’è meglio vivere la vita” dovendo far combaciare le esigenze materiali con quelle etiche e morali della vita spirituale (Il tutto con annessi e connessi senza necessariamente scendere nei particolari).
Bene. Pensate che sia facile? Dopo tanti anni posso dirvi che non è difficile: è sufficiente dare a Cesare (materia) quel che è di Cesare e a Dio (spirito) quel che è di Dio. Il difficile è fare coincidere le necessità del presente (vita di tutti i giorni) con quelle del futuro (vita dello spirito).
Metto subito in chiaro una cosa: essendo noi figli di Dio (tutti lo siamo, anche quelli che……..), ritengo ovvio pensare che in questa vita abbiamo un corpo materiale (questo è scontato naturalmente) e nell’altra un “corpo” spirituale. Ebbene come si fa? Si fa quel che si può, quello che riesce meglio, e poi affidare all’esperienza il miglioramento dei nostri pensieri e delle nostre azioni. Conoscete il detto: Nessuno nasce imparato! Vecchia saggezza popolare. Scavando ancora nel passato possiamo anche fare riferimento a Socrate con il suo “So di non sapere”, oppure a Khalil Gibran: “Non c’è Santo senza peccato e non c’è peccatore senza futuro”.
Come dire: Prendiamola dolcemente. Giorno dopo giorno metteremo un tassello nel nostro puzzle per cercare di comporre il mosaico in un tempo non troppo lontano. Un consiglio: cerchiamo di imparare dalla gioia piuttosto che dal dolore. Perché il dolore verrà anche non chiamato, ma la gioia, se non le si apre la porta, non entra.
Arriverà il giorno nel quale saremo noi a volere accelerare e ce ne accorgeremo dalla fame di sapere, dalla consapevolezza che oltre a questa vita c’è dell’altro e che ha una magnificenza infinita e che è un qualcosa di cui non sappiamo nulla ma ne percepiamo la potenza, la grandezza.
Non sarà il frutto amaro di un nostro desiderio che mai si realizzerà, o di un’inutile speranza, oppure un rifugio, come possono essere le braccia di una mamma, per un’anima sconsolata e spaventata. Basta con le paure, basta con dei voli pindarici, e oggi quanto mai prematuri. Oggi è tempo di progettare il nostro futuro: materiale e spirituale.
Ritorno al Vangelo della Domenica. Sarò breve. Il Vangelo di questa Domenica: 2 Dicembre 2018, è l’estrapolazione, tratta Luca, di un discorso profetico molto più ampio e che è presente, anche con delle differenze, in Matteo, in Marco, in Giovanni. In Diatessaron, il libro che ho scritto, lo trovate nei cap. 99 – Mt, Mc, Lc., cap. 102– Mt, Mc, Lc., cap. 103– Mt, Mc, Lc., cap. 104– Mt, Mc, Lc., cap. 105– Mt, Mc, Lc., cap. 106 – Gv. Non è un episodio sporadico. La predicazione di Gesù, come anche la parte profetica, si snoda in un continuum, che va dalle Beatitudini fino alla crocefissione. Una immensità.
Buona lettura