Natale 2024 – Un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento”.
Buon Natale e buon anno nuovo.
Lc 2, 1-14.
In quei giorni, un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirino era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città.
Anche Giuseppe, dalla città di Nazareth, in Galilea, salì in Giudea a Betlemme, nella città di Davide. Doveva farsi censire con Maria, sua sposa, che era incinta. Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto.
Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce, e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio. C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge.
Un angelo del Signore si presentò a loro e la sua gloria li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: “Non temete, ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo. Oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia”.
E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva: “Gloria a Dio nel più alto dei cieli, e pace sulla terra agli uomini che egli ama”.
Commento: Lo stato di Israele soggiaceva al dominio di Roma. L’impero Romano ne governava le province e imponeva le sue leggi. Dal 26 al 36, fu nominato prefetto della Giudea Pilato. Nel 37 fu nominato re della Giudea, Erode, detto il Grande.
Sono Maria e Giuseppe al centro della nostra attenzione e alla famiglia che formano. Non tanto per la doverosa partecipazione a un censimento, che è un dovere etico e morale dei cittadini di tutte le nazioni del mondo.
Maria e Giuseppe, come la stragrande maggioranza degli Ebrei, sono un popolo unito dall’appartenenza, dalla religione, dalle abitudini, e dalle consuetudini tramandate da generazioni.
I problemi che attanagliano Maria e Giuseppe sono diversi. Maria è stata affidata a Giuseppe in attesa della celebrazione del matrimonio. In nessuna pagina dei Vangeli si trova il passo in cui è scritto che Maria e Giuseppe si siano sposati.
Anche Luca, che tanto ha indagato, non ha trovato tracce del matrimonio. Questa mancanza, a mio avviso, soprattutto nel Vangelo di Luca, vuole dire che la cerimonia non è mai stata celebrata. Giuseppe, registra nel censimento Maria come sua sposa, e si trova a combattere con la sua coscienza.
Da una parte, le severissime leggi religiose con quella morale che impregna anche la sua coscienza, dall’altra il suo cuore, i suoi sentimenti, e il suo cervello. Giuseppe ha dovuto fare una scelta.
Ecco che assistiamo a una decisione presa anche da San Francesco con una clamorosa disobbedienza a un ordine del Papa, che gli imponeva di andare alle crociate, che io sintetizzo così: “Se devo scegliere fra l’obbedire a Dio, o al Papa, scelgo di obbedire a Dio”.
Giuseppe, davanti allo scriba addetto alle registrazioni del censimento, dichiara che Maria è sua moglie. Falso, secondo la legge degli uomini, ma vero, per le leggi di Dio. Giuseppe sceglie liberamente. Non ha paura di Dio, ma degli uomini.
Kant il filosofo così scrive: “All’Amore non si può comandare”! E le successive considerazioni sono piuttosto crude. La prima: troppo spesso le “verità” religiose non corrispondono alle verità divine. Secondo: la famiglia è un’istituzione divina, il matrimonio è un’invenzione umana.
La terza: I figli sono esseri affidati a noi per essere educati e avviati all’età adulta nella dignità umana migliore possibile. “I figli non sono delle proprietà”. Il quarto elemento: “Il Cristianesimo è l’arte di stare assieme per Amore”.
Tutto ciò che circonda Maria e Giuseppe, in questo racconto, lo possiamo ascrivere alla poesia, e alla narrazione mitologica. Non c’è dato di sapere se Maria e Giuseppe si siano poi sposati, ad ogni modo sono una strana Famiglia per quei tempi.
Qualche parola in più su Maria. Ma di mio dirò poco per il grande rispetto che provo per Lei. Lascio che siano gli scritti originali a farlo.
Maria è una predestinata, non succube ma partecipe. Nasce annunciata da un Angelo, allevata e educata nella tradizione ebraica e istruita dai sacerdoti del Tempio. Data, in attesa di matrimonio, a Giuseppe.
Israele era governata da una teocrazia molto invadente, ed era in vigore la legge: “Occhio per occhio”. Per onestà intellettuale aggiungo che la mia è storiografia non inventata. Tutto viene da testi canonici e apocrifi “mescolati” fra loro. C’è un filo logico, e abbastanza verosimile, che lega la narrazione con la vita reale.
Troppo spesso ci si dimentica di cosa disse Cristo: “Così come tu giudicherai, sarai giudicato”. La morale spirituale, è confusa con un (becero) moralismo bigotto.
Entra in scena Giuseppe. Non ci sono certezze che la ricostruzione della sua vita, e presentata anche nei vangeli apocrifi, corrisponda a una verità storica. La differenza che c’è in questi testi e la realtà, sta, nell’affermare ostinatamente, che Giuseppe sia molto avanti con gli anni.
In alcuni libri si legge che ne avesse ottantacinque quando gli fu affidata Maria. E qui si smaschera palesemente l’intenzione dei redattori: offrire una presunta prova materiale che Gesù non è figlio di Giuseppe.
Personalmente mi sono fatto l’idea, che Giuseppe, in quel momento, avesse dai trenta ai trentacinque anni. Giacomo il minore, che nei canonici è indicato come il figlio più piccolo di Giuseppe, può essere una prova della mia affermazione.
Non ci sarebbe nulla di strano. Com’è plausibile che Giuseppe fosse davvero un vedovo con quattro figli, e che la moglie morì, forse di parto, alla nascita di Giacomo.
Io sospetto, che l’affidamento di Maria a Giuseppe, sia stato pilotato dai sacerdoti, per fare in modo che questa numerosa famiglia avesse una donna per governare la casa, e per fare da madre a un Giacomo quasi in fasce.
Se per la religione, una donna è pura solo perché non ha mai conosciuto uomo e non ha avuto figli, beh, nessuna donna andrà in paradiso, nemmeno quelle vergini.
Non voglio esprimere giudizi su Giuseppe e sulla sua vita personale. Nella parte con Maria un esempio, nel privato, un uomo che ha cercato di vivere facendo del suo meglio. Anche lui era un essere umano.
Una breve nota a margine. Per il giorno di Natale si poteva scegliere una parabola diversa e con un contenuto che offrisse stimoli all’interpretazione spirituale. Il censimento è un dato storico. Tutto il resto è fantasia condita da imprecisioni.
In quel periodo, la temperatura media in Palestina era al massimo di sette-otto gradi. Nessun pastore terrebbe il gregge fuori di notte con queste temperature.
“Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace sulla terra agli uomini, che egli ama”. Quest’affermazione, tanto celebrata, si adatta solo a Jaweh, il dio degli eserciti, e non al Dio di Gesù. Quelli che Dio non ama che ci stanno a fare qui?
Tutti sappiamo che il 25 dicembre è fissata la nascita di Gesù, ma è una convenzione inventata da Costantino al Concilio di Nicea. Peccato che corrisponda, per delle similitudini, a riti di alcune religioni, dette pagane, in vigore a quei tempi.
In questa “parabola”, per l’interpretazione spirituale, solo l’unione di Giuseppe e Maria, e la costituzione della loro famiglia, ha valore: “i figli sono di chi li alleva”.
Non abbiamo nessuna prova che Maria abbia avuto altri figli dà Giuseppe. E che potesse essere sterile. Sua madre Anna, lo era. Elisabetta, sua parente pure. Gabriele è intervenuto presso di loro come fece con lei: Giovanni Battista, Maria, Gesù, sono tutti frutto di un intervento angelico.
PS: Le analisi che propongo, sono scritte seguendo una linea prettamente spirituale. Nel succedersi dei commenti alcuni concetti si ripetono. I Vangeli sono come un albero: ha migliaia di rami e foglie, ma è sempre un albero.
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