Domenica 22 dicembre 2024 Lc 1-39,48 – “Benedetta sei tu fra le donne Maria”.
Maria si recò con passo svelto in una città di Giuda verso la regione montagnosa. Arrivata nel villaggio, entrò nella casa di Zaccaria, il Sacerdote.
Appena Elisabetta udì la voce di Maria che la chiamava, il bambino le balzò in seno. Elisabetta, vedendo il radioso viso di Maria, ricolma di Spirito Santo, con il cuore che le batteva forte in petto, esclamò a gran voce: “Benedetta sei tu fra le donne Maria, e benedetto il frutto del tuo seno. Ma perché mi deve accadere questo?
Quale meraviglioso dono mi giunge che venga da me la madre del mio Signore? Non appena il suono della tua voce è arrivato alle mie orecchie, il bambino che è nel mio grembo m’è balzato in seno in segno di gioia, e ti ha benedetto.
Benedetta sei tu, Maria, che hai creduto alla parola del Signore, e nel compimento di ciò che ti è stato rivelato”.
Commento.
L’inserimento di alcune parole tratte dal Vangelo dell’Infanzia Armeno in questa parabola non solo ne migliora la leggibilità, ma aiuta anche a chiarirne meglio il significato. Naturalmente, questa è solo la mia opinione.
Il racconto di Luca descrive un evento realmente accaduto? Forse. Il dubbio è legittimo, considerando che sia Elisabetta che Maria ricevettero la visita di un angelo e che entrambe aspettavano un figlio. Non ci sono testimoni del loro incontro, e Luca scrisse il suo Vangelo circa novant’anni dopo questa presunta visita.
Elisabetta era considerata sterile, mentre Maria era ancora vergine. Non sappiamo con esattezza l’età di Maria al momento del parto, ma si suppone avesse tra i dodici e i quattordici anni, un fatto piuttosto comune all’epoca. Da Elisabetta nacque Giovanni il Battista; da Maria, come ben sappiamo, nacque Gesù.
Vale la pena ricordare che, sin dai tempi di Noè, la Bibbia racconta di angeli che visitano donne considerate sterili, le quali successivamente concepiscono figli. Anche la moglie di Abramo ricevette una di queste visite, e poco dopo nacque Isacco.
Per comprendere meglio la vicenda e ottenere una visione più ampia dei fatti e dei personaggi coinvolti, si è spesso fatto ricorso ai Vangeli Apocrifi, sempre con la dovuta prudenza. Così è per il testo in esame oggi. Dal punto di vista spirituale, a mio avviso, non porta un significato costruttivo alla nostra ricerca.
Giuseppe e la ricostruzione storica
Nel cristianesimo, la figura di Giuseppe è stata spesso oggetto di reinterpretazioni. I Vangeli Apocrifi lo descrivono come un uomo anziano, una scelta narrativa che sembra finalizzata a sostenere l’idea che Gesù non fosse suo figlio biologico.
Tuttavia, non esistono prove storiche concrete che confermino la veridicità di queste ricostruzioni, molte delle quali appaiono costruite a tavolino.
L’analisi critica dei testi, inclusi i Vangeli canonici, rivela che molti episodi potrebbero essere stati inventati ad hoc per supportare specifiche teologie. Questo non significa, però, che tali testi debbano essere completamente scartati.
Come ricercatori, è fondamentale distinguere tra le componenti storiche, spirituali e narrative, esaminandole con cura e senza pregiudizi.
Gesù e i vangeli.
Su Gesù, sui Vangeli e sui temi correlati, sono stati scritti così tanti libri che persino la famosa biblioteca di Alessandria faticherebbe a contenerli tutti.
Invito il lettore ad accostarsi a queste riflessioni senza pregiudizi, con uno spirito critico ma anche con benevola comprensione. Chi scrive ha fatto la propria fatica e ora esprime le sue opinioni senza secondi fini.
Questa breve prefazione mira a offrire un quadro comprensibile di quanto propongo. Non entrerò troppo nel dettaglio per il grande rispetto che nutro verso Maria, lasciando che siano gli scritti tramandati a parlarne.
Maria è una figura straordinaria, una predestinata. Non è una donna passiva, bensì partecipe. La sua nascita fu annunciata da un angelo; fu cresciuta ed educata nella tradizione ebraica, istruita dai sacerdoti del Tempio, data in sposa a Giuseppe e divenne madre di Gesù.
Israele, all’epoca, era una colonia romana governata da una teocrazia partecipativa ma non democratica. Le leggi di Roma non riuscirono a radicarsi profondamente nel tessuto della società ebraica.
Le fonti che propongo non si discostano da quelle utilizzate dalla Chiesa o dal Corano per parlare di Maria; presentano solo sfumature diverse. Maria non è semplicemente una figura mite, timida e obbediente. Sa far valere le sue ragioni, le sostiene con forza, è consapevolmente partecipe della sua vita e del suo destino.
Accetta il suo ruolo, ma non è supina. Quando necessario, vuole sapere, si informa, discute e si esprime, indipendentemente dal fatto che abbia di fronte un angelo o un sommo sacerdote.
Maria è giustamente ricordata e commemorata, anche se l’enfasi posta sulla sua verginità appare eccessiva. Questo aspetto, privo di valore morale o spirituale intrinseco, serve unicamente a sottolineare che Gesù nacque da un intervento divino, non materiale. Tuttavia, questa ossessione viola la sua privacy.
Tuttavia, nel corso della storia, alcune interpretazioni hanno cercato di restituire maggiore spazio alla figura di Maria, riconoscendone il ruolo fondamentale non solo come madre di Gesù, ma come donna forte e consapevole, capace di incidere attivamente nella sua epoca e oltre.
Alla fine della sua vita, anche lei sarà giudicata, ma non da noi. Le tre grandi religioni del ceppo di Abramo, hanno radici profondamente maschiliste. Proviamo a fare un parallelo con la religione islamica.
L’influenza dei Tuareg e i cambiamenti nell’Islam
Dopo la morte di Maometto, la società islamica, inizialmente matriarcale, subì profondi cambiamenti. Circa cento anni dopo, i Tuareg, uomini del deserto, entrarono nei circoli del potere, portando con sé nuove interpretazioni del Corano.
Queste modifiche segnarono la transizione verso una società patriarcale, limitando il ruolo delle donne e riducendone il potere sociale e spirituale.
L’Islam divenne una religione di conquista, spesso violenta anche nei confronti di altri musulmani che non condividevano le stesse interpretazioni, considerati pagani.
Questa deriva patriarcale è oggi incarnata dai Wahabiti, un movimento integralista nato alla fine del XVIII secolo, che sostiene un ritorno all’interpretazione letterale del Corano, eliminando ogni modifica successiva alla sua stesura.
Le tre religioni abramitiche a confronto
Le religioni ebraica, cristiana e musulmana, condividono un’origine comune e una struttura patriarcale che ha dominato le società in cui si sono radicate. Tutte e tre hanno usato l’interpretazione dei testi sacri per giustificare guerre, espansioni territoriali e repressioni interne.
Le innovazioni, e i profeti non allineati, sono stati spesso visti come minacce al potere costituito, portando a conflitti sia interni che esterni.
Nonostante si professino religioni di pace, la storia mostra che tutte e tre hanno perseguitato o eliminato coloro che non ne condividevano la visione.
Un’eccezione interessante è rappresentata dal Buddhismo, che, pur essendo fuori da questa dinamica, offre un modello alternativo di spiritualità non violenta.
Gesù e la nascita del cristianesimo
Gesù è una figura unica nella storia delle religioni, ma il cristianesimo, nella sua forma originaria, subì una trasformazione radicale con Costantino, diventando religione di Stato. Questo segnò la fine del cristianesimo delle origini e l’inizio di un sistema religioso che integrava elementi di potere politico.
Conclusione
Le religioni sono state strumenti potenti per modellare le società e influenzare la spiritualità umana. Tuttavia, la loro evoluzione è spesso stata guidata da interessi terreni più che da ideali spirituali. Esaminare i testi sacri con un occhio critico non significa sminuirne il valore, ma comprenderne meglio il contesto e le implicazioni.
Solo attraverso un’analisi attenta possiamo distinguere ciò che è autentico da ciò che è stato costruito, per trovare uno spazio di vera spiritualità e riflessione personale.
Contributi: https://it.wikipedia.org/wiki/Wahhabismo.
Gli anni del Riso e del Sale – di Kim Stanley Robinson – Newton Compton Editori.
Le religioni dell’origine.
Anticamente dominavano due modelli di pensiero: quello filosofico dei greci, e quello a sfondo religioso. In Grecia dominò la filosofia e la razionalità, come sistema di pensiero.
Nelle altre nazioni il pensiero dominante era quello religioso integralista e dogmatico.
Le religioni nacquero prima dell’avvento dei profeti, e si differenziarono secondo la società che le aveva create. Se erano società agricole, credevano nelle divinità della pioggia. Se allevavano animali, veneravano un Dio pastore.
Poi, ci furono religioni che chiedevano di offrire sacrifici, anche umani, per ottenere qualcosa di materiale. Sono le religioni della gente paurosa, disperata e ignorante.
In ogni caso, in queste società, dominava la superstizione, la paura del buio, di ciò che non si conosce, del futuro, della morte.
Angeli, demoni, e fantasmi, erano il pane quotidiano di qualsiasi predicatore, fanfarone, o mago di turno. Anche l’alchimia ebbe la sua parte truffaldina.
Volontà divina, o frutto dell’evoluzione.
Provo a esprimere il pensiero di un convinto realista, come penso di essere io: “Dio ha creato il tutto” (ciò che esiste). Poi l’ha messo nelle nostre mani. Ci ha dato il libero arbitrio per (imparare a) scegliere e decidere. Sta a noi trovare le soluzioni, o tutto questo diventerà: “Desolazione” (la fine dei tempi). Punto.
Ci siamo mai chiesti perché noi siamo così, e non diversamente? La risposta è: “Per effetto dell’Evoluzione”. Quella tanto combattuta dalla religione: anche lei è una creazione di Dio. Bisogna che se ne facciano una ragione, un giorno o l’altro.
Noi, alla nascita, abbiamo tre priorità alle quali soggiacciamo senza possibilità di sfuggire all’influenza che hanno sulla nostra vita.
La prima è la nostra sopravvivenza.
Dobbiamo fare fronte alle necessità della vita, al conflitto che si genera con altre specie viventi, e infine alle infinite guerre fra umani.
Due sono gli strumenti principali per ottemperare a questa priorità: la nostra mano, e un cervello potente. La mano ci stimola i rudimenti del pensiero ragionato.
Il cervello, per gradi ed esperimenti, elabora in cerca di nuove soluzioni. Ecco come avvenne l’evoluzione del pensiero ragionato, e della tecnica.
La seconda riguarda la continuazione della specie.
Si basa sulla trasmissione genetica. Tutte le società presenti sulla terra: umana, animale, vegetale, hanno cercato di sopravvivere, e di trasmettere i geni dei più forti per la continuazione della specie (evoluzione dei sistemi elementari e complessi).
Per questo esistono sia l’uomo sia la donna. A ognuno il suo compito, elementi diversi per un unico fine. Solo che il maschio, ha sempre assoggettato la femmina. La competizione, dovuta più all’arbitrio che all’evoluzione, anche in questo caso è manifesta.
La terza priorità è lo sviluppo dell’intelligenza.
Alla base di questa necessità, per effetti primari dell’evoluzione (competizione), c’è la collisione delle società. Il grande progresso è raggiunto con lo sviluppo delle arti e della tecnica. Le idee fioriscono quando c’è competizione, che porta a idee solide, più flessibili e liberali. Ma non sempre. C’è sempre un mostro in agguato.
L’homo Sapiens si è dunque sviluppato per tre fattori base: l’istinto atavico della sopravvivenza, il testosterone perché è l’energia dominante in noi, un cervello con cento miliardi di neuroni e del peso superiore al chilogrammo.
Aggiungiamo la mano, la posizione eretta, il sesso per la parte materiale. Per la psiche invece abbiamo i desideri, e la curiosità, conditi da: gelosie, invidie, rabbia, rancori, vanità.
È la competizione generata dall’evoluzione a cui siamo sottoposti. Per questo io affermo che la vita è una scuola, e non ne conosciamo il fine: “Il perché”.
Questa è una verità ontologica come dice la filosofia: noi sappiamo come siamo fatti, più o meno, ma non conosciamo il perché della nostra esistenza.
Tutti quelli che affermano di conoscere questo perché, racconta bugie, per dirla in sintesi. Nessuno di noi sa perché esiste una Rosa, una Zanzara, o un Leone.
E una volta che si arriva a Dio come creatore, ricordate che esiste l’infinito, e che di Dio, diciamo che è l’increato, ma non sappiamo nulla di lui. Nemmeno cosa significhi: increato.
EVOLUZIONE (dal dizionario): Sviluppo lento e graduale da una forma all’altra generalmente più completa e perfetta. Modificarsi per effetto di continue trasformazioni. Concetto di assai vasta estensione nella cultura moderna, es.: Evoluzione biologica, sociale, culturale, morale. (Grandi dizionari Garzanti)
Delle verità logiche e ontologiche, ne ho parlato nel commento n. 160 del ventuno di novembre 2021, che trovate in questa parte del sito. Non è mia abitudine ripetermi, per un motivo semplice: non desidero sovraccaricare il lettore con ripetizioni.
Filosofia – dal greco: Amore (filo) per la sapienza (sofia):
Le analisi che propongo, sono scritte seguendo una linea prettamente spirituale. Nel succedersi dei commenti alcuni concetti si possono ripetere.
I Vangeli sono come un albero: ha un’infinità di rami, ma è sempre un albero. I rami sono attaccati al tronco, le foglie ai rami, il tronco alle radici, le radici alla terra.
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