La genesi della nostra storia inizia in Palestina. Una striscia di terra che si affaccia sul Mar Mediterraneo nell’area geografica chiamata “Medio Oriente”. Il suo territorio è di circa 270 km di lunghezza e meno di cento di larghezza. Una regione quasi tutta montuosa, con vette alte oltre i mille metri.
Questa terra è attraversata in tutta la sua lunghezza dal fiume Giordano che ne rende fertili i terreni. Il fiume nasce dal monte Hermon. Nel suo cammino forma il lago di Genesaret e alla fine del suo corso sfocia nel Mar Morto. Il fiume e il lago sono ricchi di pesci al contrario del mar Morto, che da questa caratteristica prende la sua denominazione.
Ai tempi di Gesù, la Palestina, era divisa in province nelle quali risiedevano le dodici tribù di Israele. La capitale, Gerusalemme, una città molto antica, fu conquistata nel mille a.C. da Davide e in seguito governata da Salomone. Fu lui che fece costruire il Tempio. Tempio distrutto più volte da nemici nel corso dei secoli e sempre ricostruito. Nel 60 a.C.
la Palestina divenne provincia Romana. Ai tempi della nostra storia era Imperatore a Roma Cesare Ottaviano Augusto. Governava la Palestina Erode il Grande dal 70 a.C., al 4 a.C.. Fedele a Roma ottenne il controllo di tutta la regione come Re dei Giudei.
Titolo ottenuto direttamente dal Senato di Roma dopo aver dimostrato la sua fedeltà all’Impero. La storia ci tramanda un Erode crudele e ambizioso. Ottenuta la fiducia di Roma, governò, temuto dai Giudei, con pugno di ferro per la durezza delle sue leggi.
Nascita di Gesù.
Gesù nasce a Betlemme nei tempi in cui Erode il Grande regnava e Cesare Ottaviano Augusto era imperatore di Roma. Erode il Grande morì nel 4 a.C.. La Palestina fu divisa fra i suoi figli. La Giudea e la Samaria furono date ad Archelao, ma poi Roma ne assunse il controllo diretto dato che questi era troppo crudele.
La Galilea e la Perea furono governate dal secondo figlio di Erode: “Il famigerato” Erode Antipa. Nelle sue province predicarono Giovanni Battista, sulle rive del Giordano, e Gesù in Galilea. La Decapoli rimase sotto il controllo di Roma mentre i territori a Nord-Est furono dati a Filippo. A Roma nel 14 d.C. morì l’imperatore Ottaviano cui succedette Tiberio. Procuratore di Roma in Gerusalemme, dal 26 d.C. al 36 d.C., fu Pilato.
Il Libro dei Cristiani
Non esisteva fino ad oggi un libro per i Cristiani. Cioè un libro che narrasse tutte le vicende del Cristianesimo in un unico racconto.
“Forse perché il Cristianesimo non è una religione del libro?”
Negli anni successivi alla morte e resurrezione di Cristo, apparvero una miriade di pseudo-vangeli tramandati per via orale. I Vangeli sono quindi il frutto di memorie molto approssimative. Successivamente si formò una tradizione letteraria più completa e più colta.
Nacquero tanti Vangeli. Alcuni simili a quelli che leggiamo oggi. Essi furono redatti per narrare, e anche per mettere ordine, a una tradizione orale molto imprecisa e spesso confusa.
Non c’è dato di conoscere quanti libri siano stati scritti. Si osservano solo le differenze, a volte abissali, che ci sono nelle tante narrazioni arrivate fino a noi.
Ogni autore ha scritto un Vangelo secondo le sue capacità culturali e le sue specifiche conoscenze della storia. In alcuni si notano i pesanti condizionamenti del retaggio religioso. Non ultimi i legami antropologici con le tradizioni. Ma non solo.
Si può affermare che alcuni testi erano impostati come breviari (Marco), forse involontariamente, altri impostati come sommari (Giovanni), mentre altri, per le loro caratteristiche, gli autori avevano cercato, ambiziosamente, di impostarli come: “Vangeli Unici” (Matteo, Luca).
In alcuni libri (Vangeli) emergono eccessi di fantasia, in altri eccessi d’ideologia. Molto spesso, una pietosa ignoranza delle vicende, associata all’incomprensione del messaggio di Cristo. Le molte differenze esistenti fra i Vangeli hanno scoraggiato, o reso vano, i tanti tentativi di redigere un “Vangelo Unico”.
Un Vangelo Unico
Il desiderio di avere un “Vangelo Unico” si rivela anche nell’epoca dei Padri fondatori della chiesa (dal 70 d.C. al concilio di Nicea 325 d.C. circa). Un libro che non solo avrebbe soddisfatto l’esigenza elementare di avere in un unico testo tutto l’avvenimento, ma anche per mettere ordine alla proliferazione di così tante, troppe testimonianze, basate su dei ricordi imperfetti e incompleti. Con questa motivazione furono fatti molti tentativi.
Inutile dire quanto il risultato si sia dimostrato insufficiente, lacunoso. Gli sbalzi nella narrazione erano maggiori di quelli esistenti oggi nei testi originali. Il contributo alla spiritualità di Cristo risultò quasi nullo tanto erano confusi. Di questi libri non rimane traccia conosciuta.
Già nel 60-70 d.C. circolava un numero impressionante di Vangeli. Nell’anno 150 d.C., nella storia della Patristica, apparve un “Vangelo Unico”. Taziano compose la sua opera facendo la fusione dei Vangeli riconosciuti dall’ortodossia: I quattro canonici e alcuni Apocrifi. Titolò la sua opera: “Diatessaron” (Armonia di Vangeli).
Nella letteratura moderna sono molti quelli che hanno ritenuto, o che ritengono, la fusione dei Vangeli: “Un’operazione impossibile”.
Taziano fu precursore di un sentimento che accomunava, allora, come ai giorni nostri, molti lettori dei Vangeli. Coloro, che desiderano avere una visione più ampia e completa della storia di Cristo, il tutto all’interno di un unico libro, sono costretti ad attingere dai Vangeli Apocrifi informazioni aggiuntive per avere un “principio, un inizio”. Il risultato è che si ritrovano a leggere testi con vistose diversità nel loro interno.
I Cristiani
Nasce così il Cristianesimo. I Cristiani si rivelano subito diversi dai religiosi storici nel senso comune della parola. I Cristiani “non hanno nulla” da spartire con i religiosi di nessuna religione. Il Cristianesimo non è: “Una religione del Libro”.
Gesù non predicò una religione, e non insegnò una filosofia intesa come: “Sistema di Pensiero”. Il Suo messaggio si incentra in un’unica legge: “La Legge dell’Amore”. E in un unico comandamento: “Amatevi gli uni e gli altri come Io (Dio) ho amato voi”.
Il comandamento, che comandamento non è, e non lo può essere, altrimenti è in contraddizione con la legge d’Amore è: “Ama il prossimo tuo come te stesso”. Se messo in pratica, dà luogo, alla fraternità universale fra gli uomini (amore senza profitto) e alla pace come risultato. La pace, in base alla legge d’amore, non può essere frutto di un trattato o di un compromesso, la pace è: “Un sistema di vita”.
Il messaggio di Cristo s’incentra in una legge spirituale divina: “la Legge dell’Amore”. Un assoluto senza eguali. Il termine “Legge” non è usato da me per dire che è un’imposizione alla quale bisogna adeguarsi o ubbidire altrimenti…, ma per dare immediatezza all’espressione: “Ama il prossimo tuo come te stesso”.
Molti pensano che amare il prossimo sia sufficiente per guadagnarsi “Il Paradiso”. Purtroppo devo aggiungere che se non si sa cosa voleva dire Cristo con: “Amare se stessi”, non si riuscirà ad amare il prossimo. Per offrire un aiutino vi sottopongo questa citazione: “Dio non è Buono perché fa cose buone, ma fa cose Buone perché è Buono”.
(Da Diatessaron: “Il libro dei Cristiani. Tutte le fonti storiche sono citate in Diatessaron. Proprietà riservata).